Non è purtroppo iniziata con le migliori aspettative la nuova campagna di raccolta del grano duro, produzione simbolo della regione con oltre 120 mila ettari coltivati, pari a circa il 50% della propria superficie agricola destinata a seminativi. Dopo una settimana dall’ingresso delle prime mietitrebbie nei campi, pur non potendo ancora fornire dei dati complessivi, è già evidente una tendenza non certamente eccelsa.
Lo evidenzia Confagricoltura Marche, l’associazione a cui fanno riferimento le maggiori aziende produttrici del territorio che contribuiscono a fare della nostra regione un punto di riferimento in Italia con circa il 10% delle 4,5 milioni di tonnellate prodotte in tutto il territorio nazionale.

Le produzioni non possono certo dirsi incredibili in termini di quantità, pur non essendo rare situazioni con rese superiori alle 5,5 tonnellate ettaro. Di certo poche sono le situazioni con raccolte record sopra le 6 tonnellate ettaro, a differenza dello scorso anno. Complice la grande umidità e le abbondantissime piogge, la spiga non sempre risulta essere completamente matura.

Relativamente alla qualità risultano essere buone le proteine, grazie anche alla grande esperienza acquisita dagli agricoltori marchigiani che sanno esaltare le caratteristiche di questo cereale destinato all’industria della pasta, ma anche a tanti pastifici artigianali. Ovviamente la campagna è ancora lunga ed i report fino ad ora raccolti riguardano spesso cereale seminato su sodo o precocemente. Interessanti, invece, saranno le rese di quei grani più tardivi che potrebbero aver affrontato la stagione in modo differente e con esiti, sia in termini di quantità che di qualità, ancora migliori.