Il Consorzio Agrario di Ancona sta implementando le proprie strutture dedicate al biologico, per far fronte in maniera sempre più puntuale alle richieste di molti operatori agricoli. Una scelta maturata da tempo che anticipa e ben si inserisce nell’obiettivo comunicato dall’assessore regionale dell’agricoltura di fare delle Marche il più grande distretto nazionale del biologico, sostenendo, mediante i bandi del Psr con 25 milioni di euro le aziende che producono biologico e con altri 18 milioni le filiere di qualità e i prodotti locali.
Quello del biologico è uno dei tre Distretti del cibo individuati dalle Marche, insieme a quello dei prodotti certificati (aree territoriali che si identificano con le indicazioni geografiche e di origine) e a quello dei prodotti di prossimità (forte interazione delle imprese agricola con quelle della trasformazione e ristorazione).
Il riconoscimento dei Distretti passa attraverso le Regioni: le Marche hanno ridefinito i criteri, in accordo con i partecipanti del Tavolo politico strategico, per puntare a costituire i primi distretti della regione; in comune hanno la volontà di valorizzare le migliori pratiche di gestione agroalimentare maturate sul territorio.
La domanda di riconoscimento sarà gestita con una procedura automatizzata sul Siar (Sistema informativo agricolo regionale), per rendere semplice l’adesione degli imprenditori agricoli. Una volta riconosciuto, il distretto opererà sulla base di uno specifico accordo; la Regione istituirà un elenco regionale, comunicandolo al Ministero delle politiche agricole e monitorerà poi la loro attività e sosterrà i distretti riconosciuti.
Possono chiedere il riconoscimento del Distretto le aziende agricole singole e associate, le organizzazioni dei produttori, oltre a soggetti pubblici e privati. Ciascuno potrà partecipare a un solo Distretto del cibo della medesima tipologia.