Nel numero di novembre 2018 di Marche Agricole abbiamo ricordato quanto fosse sbagliata la modifica delle LR 13/2013 che allarga le competenze al Consorzio di Bonifica, il quale, come dimostrano i fatti (a nostro modestissimo avviso) se non riesce a fare bene le cose per cui è stato istituito è semplicemente intuitivo che aumentandogli le competenze, la sua azione non può certo migliorare. Ma si sa, la logica, spesso, non alberga dentro la politica per cui è successo quanto immaginavamo. La legge è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza e contrario delle opposizioni.
Purtroppo, nonostante la mobilitazione dei Comitati SOS Utenti, Comitato NO Tassa Bonifica e UGL Ascoli, Comitato NO Tassa di Bonifica Marche, ai quali si sono aggiunte ConfAbitare Marche e Confagricoltura Marche, culminata con la manifestazione del 19 febbraio us,, di fronte alla Regione Marche, la legge è stata approvata, salvo che prima, gli stessi sono (siamo) stati ricevuti dalla 2° Commissione per ascoltare, “solidarizzare” e promettere nuovo incontro di approfondimento.
Con ogni probabilità non ci sarà nessun seguito e l’agricoltore marchigiano seguiterà a non avere più requie. È logico che chi usufruisce dell’irrigazione dei costi li deve pur sostenere, come chi vede (fortunatamente) effettuate delle opere di manutenzione e prevenzione idrauliche, ma chi, al contrario, si trova dimenticato con i campi erosi dai fiumi per totale noncuranza, nonostante le numerose segnalazioni (cfd Misa, Musone, ecc.) oppure alberga in zona montana, tra i boschi, o in alta collina tra i calanchi, spesso anche “irraggiungibile” ma non dalle “bollette consortili”, è meglio
che non gli venga fatto vedere film “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo”: potrebbe immedesimarsi troppo (ovviamente astrattamente) nel suo protagonista Jeremiah Johnson.
Comunque la giornata si è conclusa, come sopra riportato, ed alla Politica è stato esposto quanto sotto succintamente esposto. La SOS Utenti Marche ha elencato i punti critici della proposta di legge in corso d’esame:
– Vengono aggiunte anche le strade private di uso pubblico, introducendo di fatto ulteriori balzelli per gli agricoltori e forse non solo per i proprietari di immobili agricoli.
– Anche se è stato eliminato il comma relativo ai gestori idrici, resta l’obbligo della convenzione tra Consorzio di Bonifica e gestori idrici, nonostante la sentenza n.103 del 2018 del Tribunale di Ascoli Piceno abbia condannato il Consorzio di Bonifica a restituire ai gestori idrici le somme riscosse. Parliamo di 1,5 milioni di euro.
– Lo schema di Piano Generale di Bonifica in corso di approvazione è solo uno studio territoriale e non contiene l’elenco e il progetto di massima delle opere pubbliche di bonifica che rivestono preminente interesse per la sicurezza territoriale. In assenza di tale Piano non era possibile per il Consorzio richiedere il pagamento della tassa.
– Il Consorzio di Bonifica non ha più competenze in materia idraulica e non può richiedere il pagamento della tassa per tali lavori. La competenze è della Regione Marche.
Il Comitato No Tassa Bonifica e Ugl, ha rimarcato il fatto che senza beneficio non è possibile chiedere il contributo di bonifica così come imposto dal Consorzio stesso. Comportamento condannato dalle Commissioni Tributarie delle Marche. Non solo, la Regione seguita ad avallare tale comportamento ed in particolare, nonostante l’assenza del Piano Generale di Bonifica, viene consentito al Consorzio di richiedere ugualmente il balzello. Il Comitato No Tassa Bonifica Marche ha sottolineato l’atteggiamento vessatorio del Consorzio di Bonifica delle Marche nei confronti dei proprietari d’immobili agricoli. La Confagricoltura Marche ha rimarcato l’assenza di beneficio diretto da parte degli agricoltori che pagano una tassa in assenza di prestazioni (sancito anche da una recente sentenza della Corte Costituzionale in merito ai Consorzi di Bonifica). La Confagricoltura, quindi, è scesa in piazza a causa del mancato ascolto sia da parte del Consorzio Bonifica delle Marche che dell’Assessore Regionale Competente, alle proprie legittime proposte e richieste nonché alle promesse non mantenute in questi 5 anni nei confronti dei propri associati.
Alla fine, come spesso accade, sono rimaste solamente delle promesse, manca poco più di un anno al rinnovo del Consiglio Regionale, auguriamoci che durante questo scorcio di legislatura qualcosa cambi sperando che la Politica non confermi quanto diceva Carlyn Warner: “Anni fa le fiabe iniziavano con “C’era una volta…”. Oggi sappiamo che iniziano tutte con “Se sarò eletto…”

Alessandro Alessandrini